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Home Servizi onlineContributo per il funzionamento ART – 2023

Contributo per il funzionamento

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Contributo per il funzionamento ART – 2023

(This content is available in English language)

Pubblicato il 20 marzo 2023

In base al DPCM 5 gennaio 2023 di approvazione, ai fini dell’esecutività, della delibera dell’Autorità n. 242/2022 del 6 dicembre 2022, integrata dalla determina del Segretario generale n. 51/2023 del 1° marzo 2023, si comunicano le seguenti modalità di dichiarazione e di versamento del contributo relativo al 2023 dovuto dagli operatori economici del settore del trasporto.

Gli operatori economici con fatturato superiore a € 5.000.000,00 (euro cinquemilioni/00), prescindendo da eventuali esclusioni o scomputi che li esentino dalla corresponsione del contributo, dichiarano all’Autorità, entro il 28 aprile 2023, i dati anagrafici ed economici richiesti attraverso il servizio on-line messo a disposizione dall’Autorità.

La dichiarazione deve essere sottoscritta dal legale rappresentante o, per le imprese non residenti in Italia e senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato, dal rappresentante fiscale o direttamente dal soggetto estero mediante identificazione diretta, con firma digitale o autografa, allegando copia del documento di identità. I medesimi, a corredo della dichiarazione, dovranno sottoscrivere e depositare un prospetto analitico, volto a dettagliare le esclusioni invocate. Allorché queste ultime superino la soglia del 20% del fatturato e l’operatore economico, prescindendo dagli scomputi, abbia un fatturato pari o superiore a € 10.000.000,00 (euro diecimilioni/00) si renderà necessario produrre un’attestazione riguardante tali esclusioni, sottoscritta dal revisore legale dei conti ovvero dalla società di revisione legale o, in alternativa, dal collegio sindacale dell’operatore economico a cui esse si riferiscono.

Ferme restando le sanzioni penali previste dalla legge in caso di falsa dichiarazione, la mancata o tardiva trasmissione della dichiarazione, nonché l’indicazione nel modello di dati incompleti o non rispondenti al vero, comporta l’applicazione delle sanzioni di cui all’articolo 37 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

Sulla base della normativa sopra richiamata, sono esentati dall’obbligo di versamento i soggetti il cui importo contributivo è pari od inferiore a € 2.500,00 (euro duemilacinquecento/00).

Sono altresì escluse dal versamento le società in liquidazione e/o soggette a procedure concorsuali con finalità esclusivamente liquidative alla data del 31 dicembre 2022. Per le società poste in liquidazione e/o soggette a procedure concorsuali con finalità esclusivamente liquidative a partire dal 1° gennaio 2023, il contributo è dovuto per il periodo che decorre da tale data fino a quella di messa in liquidazione e/o assoggettamento alla procedura concorsuale con finalità esclusivamente liquidativa.

Per la determinazione del fatturato rilevante ai fini contributivi, la delibera dell’Autorità n. 242/2022, come da indicazioni operative fornite nella determina del Segretario generale n. 51/2023, oltre a fornire indicazioni precise sul calcolo, ha previsto che dal totale dei ricavi vengano esclusi:

  1. eventuali ricavi conseguiti a fronte di attività non ricadenti nei settori di competenza dell’Autorità come individuati nella delibera dell’Autorità n. 242/2022;
  2. i ricavi conseguiti per attività svolte all’estero;
  3. i contributi in conto impianti o investimento ricevuti e fatti transitare nel conto economico;
  4. i contributi in conto esercizio nella misura massima della copertura dei costi per il mantenimento in piena efficienza delle infrastrutture ferroviarie di rilievo nazionale e regionale;
  5. i ricavi dei soggetti operanti nel settore della gestione delle infrastrutture autostradali, derivanti dall’“equivalente incremento della tariffa di competenza” applicata con l’entrata in vigore del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, come convertito dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, da destinarsi alla manutenzione ordinaria e straordinaria nonché all’adeguamento ed al miglioramento delle strade e autostrade in gestione diretta ANAS S.p.A.;
  6. i ricavi derivanti dalle attività svolte nel mercato postale per le imprese titolari di autorizzazione per il servizio postale;
  7. le plusvalenze e i proventi straordinari derivanti da operazioni di compravendita di beni immobili;
  8. le sopravvenienze attive;
  9. i risarcimenti danni riferibili esclusivamente al patrimonio aziendale;
  10. le somme dovute a titolo di rimborso delle anticipazioni fatte in nome e per conto della controparte, purché regolarmente documentate ed escluse dal computo della base imponibile IVA.

Inoltre, sono oggetto di esclusione:

  1. nella sola ipotesi di unico contratto di trasporto, i ricavi derivanti dall’addebito di prestazioni della medesima tipologia rese ad altro operatore soggetto al contributo;
  2. i ricavi derivanti dalle attività di locazione e noleggio di mezzi di trasporto, previa comunicazione, rispettivamente, degli estremi del locatario o del soggetto che li prenda a nolo e a patto che il contributo venga corrisposto da questi ultimi.

Nella delibera dell’Autorità n. 242/2022, come integrata con determina del Segretario generale n. 51/2023, è previsto che, in caso di ricavi generati da imprese riunite in consorzio erogante servizi di trasporto, il contributo venga corrisposto da quest’ultimo per le prestazioni di competenza e, al fine di evitare una duplicazione di versamenti riconducibili alla medesima quota di ricavo, l’impresa consorziata escluda i ricavi derivanti dai servizi di trasporto erogati al consorzio stesso. Le imprese consorziate sono comunque tenute all’assolvimento dell’obbligo dichiarativo e, in relazione alle prestazioni estranee al consorzio, a quello contributivo.

Specifiche modalità di individuazione del fatturato rilevante ai fini contributivi sono previste per gli operatori economici eroganti servizi di trasporto aereo e di trasporto via mare e per vie navigabili interne di passeggeri e/o merci.

In aggiunta, sono state ammesse esclusioni dedicate ai seguenti settori del trasporto: gestione di centri di movimentazione merci (interporti e operatori della logistica); gestione di infrastrutture portuali; operazioni e servizi portuali; servizi di trasporto merci su strada connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti; servizi di agenzia/raccomandazione marittima.

In via generale, per le sole imprese non residenti in Italia e senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato, il fatturato è considerato pari al volume d’affari risultante dall’ultima dichiarazione IVA presentata alla data di pubblicazione della delibera dell’Autorità n. 242/2022 (avvenuta il 27 gennaio 2023) dal rappresentante fiscale o direttamente dal soggetto estero mediante identificazione diretta.

Nel caso di soggetti legati da rapporti di controllo o di collegamento di cui all’articolo 2359 del codice civile ovvero sottoposti ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell’articolo 2497 del codice civile, anche mediante rapporti commerciali all’interno del medesimo gruppo, ciascun soggetto è tenuto a versare un autonomo contributo la cui entità deve essere calcolata in relazione ai ricavi iscritti a bilancio derivanti dall’attività svolta dalla singola società.

I soggetti eroganti servizi di agenzia/raccomandazione marittima sono tenuti a versare il contributo in nome e per conto dei vettori esteri, ove fiscalmente rappresentati o l’agente raccomandatario appartenga allo stesso gruppo del vettore rappresentato, determinando il fatturato con le modalità previste per i soggetti operanti nel settore del trasporto via mare e per altre vie navigabili di passeggeri e/o merci.

In relazione ai servizi di trasporto ferroviario merci sono tenuti alla corresponsione del contributo per le parti di rispettiva competenza gli operatori di manovra, i trazionisti e i carristi.

Per i soggetti eroganti servizi di trasporto internazionale terrestre di passeggeri e/o merci (su strada o ferroviario) il fatturato rilevante ai fini della determinazione del contributo è quantificato in base ai ricavi derivanti dalle attività svolte entro i confini nazionali. Ove non sia possibile una puntuale individuazione della porzione di ricavi rilevanti a tal fine, si dovrà effettuare un calcolo percentuale basato sul chilometraggio percorso nel territorio dello Stato rispetto alla tratta complessiva.

I soggetti tenuti al versamento del contributo dovranno versare due terzi dell’importo dovuto entro il termine del 28 aprile 2023, il terzo residuo deve essere versato entro e non oltre il 31 ottobre 2023.

Il versamento deve essere effettuato a mezzo del servizio pagoPA, raggiungibile anche nella sezione “Servizi on-line”, con le modalità illustrate nella sezione FAQ di seguito riportata.

Si ricorda che il mancato o parziale pagamento del contributo entro i termini del 28 aprile 2023, per l’acconto relativo a due terzi dell’importo, nonché del 31 ottobre 2023, per il saldo finale, comporta l’avvio della procedura di riscossione, anche coattiva a mezzo di Agenzia delle Entrate-Riscossione, oltre all’applicazione degli interessi di mora, nella misura legale, a partire dalla data di scadenza del termine per il pagamento. È fatta salva ogni competenza dell’Autorità in merito alle attività di controllo, oltre che di escussione dei versamenti omessi, parziali o tardivi, anche con riferimento all’applicazione dell’interesse legale dovuto.

Nell’area riservata, cui si accede previo accreditamento, sono presenti ulteriori informazioni, le modalità di calcolo e di dichiarazione del contributo dovuto e le eventuali modalità di invio delle comunicazioni relative al pagamento effettuato.

Per informazioni generali o supporto di carattere operativo scrivere a:

  • info-contributo@autorita-trasporti.it, indirizzo di posta elettronica ordinaria.

Per trasmettere istanze o comunicazioni di carattere formale e/o aventi valore legale che devono essere registrate dal protocollo generale scrivere a:

  • autofinanziamento@pec.autorita-trasporti.it, indirizzo di posta elettronica certificata.

Non è fornito servizio telefonico.

FAQ ‐ Frequently Asked Questions

Cos’è il contributo per gli oneri di funzionamento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti?

Ai sensi dell’articolo 37, comma 6, lett. b) del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,  convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 e s.m.i., come riformulato dall’articolo 16, comma 1, lettere a-bis) e a-ter) introdotte dalla legge 16 novembre 2018, n. 130, di conversione del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, “gli operatori economici operanti nel settore del trasporto e per i quali l’Autorità abbia concretamente avviato, nel mercato in cui essi operano, l’esercizio delle competenze o il compimento delle attività previste” sono tenuti al versamento di un contributo annuale a favore dell’Autorità di regolazione dei trasporti (di seguito indicata anche come “l’Autorità”). Il contributo è fissato annualmente dall’Autorità – con atto sottoposto ad approvazione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze – in misura non superiore all’uno per mille del fatturato derivante dall’esercizio delle attività svolte.

A cosa serve il contributo?

Il contributo per gli oneri di funzionamento serve a garantire l’autonomia finanziaria dell’Autorità ed il regolare svolgimento dei compiti ad essa attribuiti dalla legge.

Il versamento del contributo è obbligatorio?

Sì. Per ogni anno di riferimento sono indicati i soggetti tenuti alla relativa contribuzione annuale.

Chi sono i soggetti tenuti alla contribuzione per il 2023?

I soggetti tenuti al versamento del contributo sono le imprese che esercitano una o più delle attività di seguito elencate:

  1. gestione di infrastrutture di trasporto (ferroviarie, portuali, aeroportuali, autostradali e autostazioni);
  2. gestione degli impianti di servizio ferroviario;
  3. gestione di centri di movimentazione merci (interporti e operatori della logistica);
  4. servizi ferroviari (anche non costituenti il pacchetto minimo di accesso alle infrastrutture ferroviarie);
  5. operazioni e servizi portuali;
  6. servizi di trasporto passeggeri e/o merci, nazionale, regionale e locale, connotati da oneri di servizio pubblico, con ogni modalità effettuato;
  7. servizio taxi;
  8. servizi di trasporto ferroviario di passeggeri e/o merci;
  9. servizi di trasporto via mare e per vie navigabili interne di passeggeri e/o merci;
  10. servizi di trasporto di passeggeri su strada;
  11. servizi di trasporto aereo di passeggeri e/o merci;
  12. servizi di trasporto di merci su strada connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti;
  13. servizi di agenzia/raccomandazione marittima.
Quali luoghi indica l’espressione “impianti di servizio ferroviario”?

In base all’allegato II, punto 2 della direttiva 2012/34/UE e all’art. 13, comma 2 del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, si definiscono in tal modo le stazioni passeggeri (relativamente alle strutture funzionali  ai sistemi di informazione di  viaggio  e  agli  spazi  adeguati  per  i servizi  di  biglietteria  ed  alle  altre  strutture  funzionali e necessarie per l’esercizio ferroviario); gli scali merci; gli scali di smistamento e le aree di  composizione  dei  treni (ivi comprese le aree di manovra); le aree, gli impianti e gli edifici destinati alla sosta, al ricovero ed al deposito di materiale rotabile e di merci; i centri di manutenzione (ad eccezione dei centri di  manutenzione pesante riservati a treni ad  alta  velocità o  ad  altri  tipi  di materiale rotabile che esigono centri specializzati); le altre infrastrutture tecniche, comprese quelle di pulizia e di lavaggio, nonché gli impianti di scarico dei reflui  delle toilette dei treni; le infrastrutture  portuali  marittime  e  di  navigazione  interna collegate a servizi ferroviari; gli impianti e le attrezzature di soccorso; le aree o gli impianti per l’approvvigionamento di combustibile (i cui canoni sono indicati nelle fatture separatamente).

Cosa si intende per servizi “non costituenti il pacchetto minimo di accesso alle infrastrutture ferroviarie”?

Con l’espressione servizi “non costituenti il pacchetto minimo di accesso alle infrastrutture ferroviarie” si intende ricomprendere, in aggiunta ai servizi c.d. di base (prestazioni effettuate in uno degli impianti di servizio annoverati dall’allegato II, punto 2 della direttiva 2012/34/UE e dall’art. 13, comma 2 del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112), sia i servizi complementari che quelli ausiliari contemplati dall’art. 13, commi 9 e 11 del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112. Si ricomprendono dunque le seguenti attività, in quanto servizi complementari: fornitura della corrente di trazione, preriscaldamento dei treni passeggeri e servizio di rifornimento idrico dei treni, controllo della circolazione di treni che effettuano trasporti di merci pericolose, assistenza alla circolazione di treni speciali e servizi di manovra. Ciò, oltre ai seguenti servizi ausiliari: accesso alla rete di telecomunicazioni, fornitura di informazioni complementari, ispezione tecnica del materiale rotabile, servizi di biglietteria nelle stazioni passeggeri, servizi di manutenzione pesante prestati in centri di manutenzione dedicati ai treni ad alta velocità o ad altri tipi di materiale rotabile che esigono centri specializzati.

Nel caso di soggetti legati da rapporti di controllo o di collegamento chi versa il contributo?

Nel caso di soggetti legati da rapporti di controllo o di collegamento di cui all’art. 2359 cod. civ. o sottoposti ad attività di direzione e coordinamento ai sensi dell’art. 2497 cod. civ. anche mediante rapporti commerciali all’interno del medesimo gruppo, ciascun soggetto è tenuta a versare un autonomo contributo la cui entità deve essere calcolata in relazione ai ricavi iscritti a bilancio derivanti dall’attività svolta dalla singola società.

In caso di ricavi generati da imprese riunite in Consorzio chi versa il contributo per il 2023?

In caso di ricavi generati da imprese riunite in Consorzio, il contributo è versato dal Consorzio per le prestazioni di competenza. Le imprese consorziate sono comunque tenute all’assolvimento dell’obbligo dichiarativo e, in relazione alle prestazioni estranee al consorzio, a quello contributivo.

Quali sono le aliquote del contributo dovuto per il 2023?

Con delibera n. 242/2022 del 6 dicembre 2022, approvata con D.P.C.M. 5 gennaio 2023 e pubblicata il 27 gennaio 2023, nonché integrata con determina del Segretario generale n. 51/2023 del 1° marzo 2023, l’Autorità ha provveduto a definire le aliquote del contributo relativo all’anno 2023 e le modalità di dichiarazione e versamento dello stesso.

Ai sensi della citata delibera, il contributo per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti per l’anno 2023 è pari allo 0,5 (zero virgola cinque) per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022.

Esiste una soglia di esenzione e, in caso affermativo, a quale livello è stata fissata per il 2023?

Sì, l’art. 2, comma 10, della delibera n. 242/2022 ha individuato una soglia di esenzione stabilendo che il versamento non è dovuto per importi contributivi pari od inferiori a € 2.500,00 (euro duemilacinquecento/00). Ciò mira ad evitare l’insorgere di obblighi contributivi a carico dei piccoli operatori e delle microimprese.

Sono tenute alla contribuzione 2023 le società poste in liquidazione e/o soggette a procedure concorsuali con finalità esclusivamente liquidative?

No, le società poste in liquidazione e/o soggette a procedure concorsuali con finalità esclusivamente liquidative alla data del 31 dicembre 2022 non sono tenute alla contribuzione. Per le società poste in liquidazione e/o soggette a procedure concorsuali con finalità esclusivamente liquidative a partire dal 1° gennaio 2023, il contributo è dovuto per il periodo che decorre da tale data fino a quella di messa in liquidazione e/o assoggettamento alla procedura concorsuale con finalità esclusivamente liquidativa.

Come si calcola il “fatturato” rilevante ai fini della contribuzione per il 2023?

Ai fini del versamento del contributo, per “fatturato” deve intendersi l’importo risultante dal conto economico alla voce A1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni) sommato alla voce A5 (altri ricavi e proventi) – o voci corrispondenti per i bilanci redatti secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS o secondo altri criteri – dell’ultimo bilancio approvato al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022. Per la determinazione del fatturato rilevante ai fini contributivi, la delibera n. 242/2022, come integrata dalla determina del Segretario Generale n. 51/2023, ha previsto che dal totale dei ricavi sono esclusi:

  1. eventuali ricavi conseguiti a fronte di attività non ricadenti nei settori di competenza dell’Autorità come individuati nella delibera appena richiamata;
  2. i ricavi conseguiti per attività svolte all’estero;
  3. i contributi in conto impianti o investimento ricevuti e fatti transitare nel conto economico;
  4. i contributi in conto esercizio nella misura massima della copertura dei costi per il mantenimento in piena efficienza delle infrastrutture ferroviarie di rilievo nazionale e regionale;
  5. i ricavi dei soggetti operanti nel settore della gestione delle infrastrutture autostradali, derivanti dall’“equivalente incremento della tariffa di competenza” applicata con l’entrata in vigore del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, come convertito dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, da destinarsi alla manutenzione ordinaria e straordinaria nonché all’adeguamento ed al miglioramento delle strade e autostrade in gestione diretta ANAS S.p.A.;
  6. i ricavi derivanti dalle attività svolte nel mercato postale per le imprese titolari di autorizzazione per il servizio postale;
  7. le plusvalenze e i proventi straordinari derivanti da operazioni di compravendita di beni immobili;
  8. le sopravvenienze attive;
  9. i risarcimenti danni riferibili esclusivamente al patrimonio aziendale;
  10. le somme dovute a titolo di rimborso delle anticipazioni fatte in nome e per conto della controparte, purché regolarmente documentate ed escluse dal computo della base imponibile IVA.
Quali sono gli operatori che svolgono servizi di trasporto di merci su strada connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti per il 2023?

Rientrano nella categoria degli operatori che effettuano tali servizi i soggetti che presentano le seguenti caratteristiche:

  • sono imprese di trasporto merci su strada;
  • hanno, al 31 dicembre 2022, nella propria disponibilità veicoli, dotati di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 (ventiseimila) chilogrammi ovvero trattori con peso rimorchiabile oltre i 26.000 (ventiseimila) chilogrammi;
  • almeno uno di tali veicoli effettua un servizio di connessione con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti.
Nel computo del fatturato, esistono esclusioni per le imprese riunite in Consorzio?

Sì, per evitare duplicazioni di contribuzione, dal totale dei ricavi vengono esclusi i ricavi derivati dai servizi di trasporto erogati a consorzi che prestino servizi di trasporto.

In presenza di un unico contratto di trasporto, sono previste forme di scomputo?

Sì, per evitare duplicazioni di contribuzione, dal totale dei ricavi sono esclusi, nella sola ipotesi di unico contratto di trasporto, i ricavi derivanti dall’addebito di prestazioni della medesima tipologia rese ad altro operatore soggetto al contributo.

I ricavi derivanti dalle attività di locazione e noleggio di mezzi di trasporto sono esclusi per il 2023?

Sì, sempre nell’ottica di evitare duplicazioni di contribuzione, i ricavi derivanti dalle attività di locazione e noleggio di mezzi di trasporto sono esclusi dal totale dei ricavi, previa comunicazione, rispettivamente, degli estremi del locatario o del soggetto che li prenda a nolo e a patto che il contributo venga corrisposto da questi ultimi.

I gestori di infrastrutture portuali godono di esclusioni dedicate?

Sì, i gestori di infrastrutture portuali escludono dal totale dei ricavi i proventi derivanti da: (i) attività documentale di supporto alla regolarizzazione delle operazioni doganali; (ii) ritardata consegna dei container utilizzati o mancato ritiro/caricamento della merce; (iii) servizio di security purché distinguibile dal guardianaggio; (iv) ricavi da attività di c.d. connettivo urbano; (v) servizio hostess legato ad attività congressuale e convegnistica; (vi) ormeggio e stazionamento di unità da diporto. I gestori di infrastrutture portuali si escludono inoltre gl’importi destinati alla manutenzione straordinaria del demanio marittimo ovvero agli investimenti capitalizzati riguardanti lo stesso, limitatamente ai costi di ammortamento iscritti a conto economico, nell’esercizio di riferimento, come comprovati da perizia asseverata.

Sono state previste esclusioni specifiche per i soggetti eroganti operazioni e/o servizi portuali?

Le imprese meramente autorizzate all’effettuazione di operazioni e/o servizi portuali che non svolgano la loro attività in banchina pubblica o in altra area portuale assentita in forza di titolo concessorio si escludono i proventi derivanti da prestazioni svolte nei riguardi dei gestori di infrastrutture portuali, ove tali ricavi generino una duplicazione di contribuzione.

Esistono esclusioni dal totale dei ricavi riservate ai gestori di centri di movimentazione merci (interporti e operatori della logistica)?

Sì, a beneficio dei soggetti operanti nel settore della gestione di centri di movimentazione merci (interporti e operatori della logistica), è prevista l’esclusione, dal totale dei ricavi, delle seguenti componenti:

  1. il riaddebito di costi sostenuti per determinati servizi comuni non ricollegabili all’ambito di competenza dell’Autorità;
  2. i ricavi derivanti da attività meramente amministrative, quali il supporto per la regolarizzazione delle operazioni doganali e il rimborso delle accise.
Quali esclusioni sono state ammesse a favore degli agenti marittimi raccomandatari?

A favore degli operatori economici eroganti servizi di agenzia/raccomandazione marittima la delibera n. 181/2021 prevede che questi escludano dal totale dei ricavi i proventi derivanti da: (i) senserie; (ii) commissioni non legate ai diritti di agenzia o di polizza e, comunque, non afferenti alla navigazione commerciale o ad operazioni/servizi portuali.

In termini generali, per l’anno 2023, come viene considerato il fatturato per le imprese non residenti in Italia e senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato?

In via generale, per le sole imprese non residenti in Italia e senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato, il fatturato è considerato pari al volume d’affari risultante dall’ultima dichiarazione IVA presentata al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022, dal rappresentante fiscale o direttamente dal soggetto estero mediante identificazione diretta.

In caso di società con ricavi conseguiti per attività svolte congiuntamente fra Italia ed estero quale quota di ricavi va esclusa o inclusa?

In caso di ricavi generati da attività svolte in parte su territorio italiano e in parte su territorio estero, va individuata ed esclusa la quota ricavi generata nello svolgimento dell’attività all’estero. Viceversa, va individuata ed inclusa, ai fini del calcolo del contributo, la quota di ricavi conseguita nel territorio italiano. Per i soggetti eroganti servizi di trasporto internazionale terrestre di passeggeri e/o merci (su strada o ferroviario) il fatturato rilevante ai fini della determinazione del contributo è quantificato in base ai ricavi derivanti dalle attività svolte entro i confini nazionali. Ove non sia possibile una puntuale individuazione della porzione di ricavi rilevanti a tal fine, si dovrà effettuare un calcolo percentuale basato sul chilometraggio percorso nel territorio dello Stato rispetto alla tratta complessiva.

Come si calcola il “fatturato” rilevante ai fini della contribuzione 2023 per i soggetti operanti nel settore del trasporto merci su strada connesso con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti?

Per i soggetti operanti nel settore del trasporto merci su strada connesso con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti, il fatturato rilevante è rappresentato dall’importo risultante dal conto economico alla voce A1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni) sommato alla voce A5 (altri ricavi e proventi) o voci corrispondenti per i bilanci redatti secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS riconducibile a mezzi, nella propria disponibilità, dotati di capacità di carico, con massa complessiva oltre i 26.000 (ventiseimila) chilogrammi che effettuano un servizio di connessione con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti. Dal totale dei ricavi vanno inoltre esclusi i ricavi conseguiti per attività eventualmente svolte all’estero da detti mezzi.

Per facilitare gli operatori economici nell’assolvimento degli obblighi dichiarativi e contributivi, l’Autorità ha predisposto, con specifico riferimento al settore del trasporto merci su strada e della logistica, un prospetto sinottico.

Ai fini della contribuzione 2023, ci sono esclusioni per i soggetti esercenti servizi di trasporto di merci su strada connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti?

Tali operatori escludono dal totale dei ricavi i proventi derivanti da: (i) attività documentale di supporto alla regolarizzazione delle operazioni doganali; (ii) svolgimento, in qualità di sub-vettore, di prestazioni di sub-vezione, a patto che vengano documentate e che il contributo venga corrisposto da altro operatore soggetto a contribuzione.

Per facilitare gli operatori economici nell’assolvimento degli obblighi dichiarativi e contributivi, l’Autorità ha predisposto, con specifico riferimento al settore del trasporto merci su strada e della logistica, un prospetto sinottico.

È vero che alcuni operatori sono esonerati dalla contribuzione per il 2023?

In base all’articolo 35 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, per l’esercizio finanziario 2023 le imprese di autotrasporto merci per conto di terzi, iscritte all’Albo nazionale delle persone fisiche e giuridiche che esercitano l’autotrasporto di cose per conto di terzi di cui alla legge 6 giugno 1974, n. 298, non sono tenute al versamento del contributo.

Si evidenzia che, dato il carattere eccezionale della norma nonché la specifica finalità perseguita, l’esclusione dal versamento del contributo non può essere esteso alle attività diverse dall’autotrasporto di cose per conto di terzi (ad esempio, servizi logistici), in linea con la giurisprudenza del TAR Piemonte concernente l’articolo 37-bis del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69.

Per il 2023 gli operatori individuati dal citato articolo 35 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, sono comunque tenuti all’adempimento di cui all’articolo 3, comma 1, della delibera n. 242/2022.

Come si calcola il “fatturato” rilevante ai fini della contribuzione 2023 per i soggetti operanti nel settore del trasporto aereo di passeggeri e/o merci?

Per i soggetti operanti nel settore del trasporto aereo di passeggeri e/o merci il fatturato è considerato pari al volume d’affari risultante dall’ultima dichiarazione IVA presentata al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022, relativamente alle operazioni che, in dipendenza di un unico contratto di trasporto aereo, costituiscono:

a) per il trasporto passeggeri:

a1) trasporto nazionale eseguito interamente nel territorio dello Stato ed assoggettato ad aliquota IVA del 10% (Tab. A parte III 127-novies, allegata al D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633), aliquota attualmente in vigore;

a2) trasporto internazionale, esclusivamente per la parte di origine/destinazione/scalo in Italia, assoggettato al regime di non imponibilità ai sensi dell’art. 9, comma 1, n. 1 del D.P.R. n. 633/1972;

b) per il trasporto merci:

b1) trasporto rilevante ai fini IVA nel territorio dello Stato ed assoggettato ad aliquota IVA del 22%, aliquota attualmente in vigore;

b2) trasporto internazionale, esclusivamente per la parte di origine/destinazione/scalo in Italia, assoggettato al regime di non imponibilità ai sensi dell’art. 9, comma 1, n. 2 del D.P.R. n. 633/1972.

Come si calcola il “fatturato” rilevante ai fini della contribuzione 2023 per i soggetti operanti nel settore del trasporto via mare e per altre vie navigabili di passeggeri e/o merci?

Per i soggetti operanti nel settore del trasporto via mare e per altre vie navigabili di passeggeri e/o merci il fatturato rilevante ai fini della determinazione del contributo è così determinato:

  1. per il trasporto internazionale di passeggeri: il fatturato è considerato pari al volume d’affari risultante dall‘ultima dichiarazione IVA presentata al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022, esclusivamente per la parte di origine/destinazione/scalo in Italia, assoggettato al regime di non imponibilità ai sensi dell’articolo 9, comma 1, n. 1 del D.P.R. n. 633/1972;
  2. per il trasporto internazionale di merci: il fatturato è considerato pari al volume d’affari risultante dall‘ultima dichiarazione IVA presentata al 27 gennaio 2023, data di pubblicazione della delibera n. 242/2022, ovvero, ove non prevista, risultante dalle pertinenti fatture in relazione al suddetto volume, esclusivamente per la parte di origine/destinazione/scalo in Italia, assoggettato al regime di non imponibilità ai sensi dell’articolo 9, comma 1, n. 2 del D.P.R. n. 633/1972;
  3. per le prestazioni di cabotaggio si applicano i criteri generali indicati per tutte le altre imprese di trasporto.
Quando e come si dichiarano i dati economici per il 2023?

Le imprese con fatturato superiore a € 5.000.000,00 (cinquemilioni/00), a prescindere da eventuali esclusioni o scomputi che li esentino dalla corresponsione del contributo, dichiarano all’Autorità, entro il 28 aprile 2023, i dati anagrafici ed economici richiesti attraverso il servizio messo a disposizione dall’Autorità.

La dichiarazione deve essere sottoscritta dal legale rappresentante con firma digitale o autografa, allegando copia del documento di identità.

Per le imprese non residenti in Italia e senza stabile organizzazione nel territorio dello Stato qual è il soggetto tenuto ad effettuare la dichiarazione?

In simili circostanze, deve provvedere all’assolvimento dell’obbligo dichiarativo il rappresentante fiscale dell’impresa o direttamente il soggetto estero mediante identificazione diretta.

Le imprese consorziate sono comunque tenute a fare la dichiarazione per il 2023?

Le imprese consorziate con fatturato superiore a € 5.000.000,00 (euro cinquemilioni/00), a prescindere da eventuali esclusioni o scomputi di ricavi derivanti dai servizi di trasporto erogati a Consorzi eroganti servizi di trasporto che li esentino dalla corresponsione del contributo, sono comunque tenute ad effettuare la dichiarazione, avvalendosi del servizio messo a disposizione dall’Autorità entro il 28 aprile 2023, dando particolare evidenza dei dati anagrafici ed economici sia della società consorziata che del Consorzio di appartenenza. Ciò, soprattutto, nell’ottica di rappresentare eventuali ricavi derivanti da attività svolte al di fuori del perimetro consortile.

Quando gli agenti raccomandatari marittimi devono versare il contributo in nome e per conto dei vettori esteri rappresentati e con quali modalità di calcolo?

Gli operatori eroganti servizi di agenzia/raccomandazione marittima sono tenuti a versare il contributo in nome e per conto dei vettori esteri, ove li rappresentino fiscalmente o appartengano allo stesso gruppo del vettore rappresentato, individuandone il fatturato con le modalità previste per i soggetti operanti nel settore del trasporto via mare e per altre vie navigabili di passeggeri e/o merci.

Cosa accade in caso di mancata o tardiva trasmissione della dichiarazione o qualora vengano dichiarati dati non veritieri?

Ferme restando le sanzioni penali previste dalla legge in caso di falsa dichiarazione, la mancata o tardiva trasmissione della dichiarazione, nonché l’indicazione nel modello di dati incompleti o non rispondenti al vero, comporta l’applicazione delle sanzioni di cui all’articolo 37 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

Rimane in capo all’Autorità il potere sanzionatorio – ai sensi dell’articolo 37 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 – in caso di mancata o tardiva trasmissione della dichiarazione, nonché qualora nella stessa siano riportati dati incompleti o non rispondenti al vero.

È necessario fornire ulteriori evidenze documentali in sede di dichiarazione del fatturato imponibile per il calcolo del contributo 2023?

L’articolo 3, comma 2, della delibera dell’Autorità n. 242/2022 del 6 dicembre 2022, integrato dal punto 18 della determina del Segretario generale n. 51/2023 del 1° marzo 2023, prevede che, a corredo della dichiarazione, debba essere sottoscritto e depositato un prospetto analitico, volto a dettagliare le esclusioni invocate. Qualora tali esclusioni siano superiori alla soglia del 20% del fatturato e quest’ultimo, prescindendo dagli scomputi, sia pari o superiore a € 10.000.000,00 (diecimilioni/00), si renderà altresì necessario produrre un’attestazione sottoscritta dal revisore legale dei conti ovvero dalla società di revisione legale o, in alternativa, dal collegio sindacale dell’operatore economico a cui esse si riferiscono.

Nel caso in cui l’operatore economico non abbia già nominato un revisore legale dei conti ovvero una società di revisione legale, oppure il collegio sindacale, in quanto non risulta obbligato in base alla legge e non ha comunque provveduto su base volontaria, allora dovrà necessariamente conferire uno specifico incarico ad un revisore legale dei conti ovvero ad una società di revisione legale.

Si precisa che l’attestazione deve avere ad oggetto esclusivamente il citato prospetto analitico di dettaglio delle esclusioni, sia con riferimento alla correttezza formale degli importi esposti ed alla loro riconducibilità alle registrazioni contabili ed al bilancio d’esercizio, che alla loro sostanziale conformità rispetto a quanto previsto dalla delibera dell’Autorità n. 242/2022 del 6 dicembre 2022, integrata dalla determina del Segretario generale n. 51/2023 del 1° marzo 2023.

Laddove applicabile, si richiama il Documento di Ricerca n. 250 “Procedure richieste dalla società (incarichi di agreed-upon procedures)” pubblicato a dicembre 2022 da Assirevi – Associazione Italiana delle Società di Revisione Legale che, a sua volta, recepisce quanto previsto dallo Standard ISRS 4400 (Revised) “Engagements to Perform Agreed-Upon Procedures” emanato ad aprile 2020 da IAASB – International Auditing and Assurance Standards Board.

Tali regole rivestono carattere generale e sono indirizzate a tutti gli operatori economici, a prescindere dalla natura giuridica e dall’ubicazione della sede legale.

Quanto, invece, al trasporto aereo e marittimo internazionale di passeggeri e/o merci, ai fini dell’individuazione della parte di origine/destinazione/scalo in Italia e con riferimento al regime di non imponibilità ai sensi dell’articolo 9, comma 1, n. 1 e n. 2 del D.P.R. n. 633/1972, l’attestazione di cui all’articolo 3, comma 2, della delibera dell’Autorità n. 242/2022 potrà essere elaborata assumendo a riferimento i dati indicati nel Quadro VE “Operazioni attive e determinazione del volume d’affari” della pertinente dichiarazione IVA, nonché, in assenza di puntuali criteri per la quantificazione della percorrenza nel territorio nazionale, le percentuali forfetarie richiamate dalla Circolare n. 37/E del 29 luglio 2011 dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Normativa. Al riguardo, la citata Circolare n. 37/E precisa che le disposizioni di cui all’articolo 9, comma 1, del D.P.R. n. 633/1972 continuano ad applicarsi anche per le operazioni che rientrano nel campo di applicazione dell’imposta ai sensi degli articoli da 7 a 7-septies del medesimo decreto.

L’Autorità si riserva di condurre in ogni momento attività di verifica e di accertamento delle dichiarazioni contenenti i dati anagrafici ed economici richiesti nel modello telematico all’uopo predisposto e pubblicato sul sito web dell’Autorità. Al fine di evitare future richieste documentali in fase di controllo, si raccomanda di fornire ogni informazione e documentazione utile a supportare quanto dichiarato.

Quando si versa il contributo 2023?

Il contributo per l’anno 2023 deve essere versato in misura pari a due terzi dell’importo entro e non oltre il 28 aprile 2023; il terzo residuo dovrà essere versato entro e non oltre il 31 ottobre 2023.

Come si versa il contributo 2023?

Il versamento deve essere effettuato a mezzo del servizio pagoPA, disponibile anche nella sezione “Servizi on-line” al link https://autorita-trasporti.servizi-pa-online.it/. Dovranno essere indicati i seguenti dati del soggetto obbligato al versamento: (i) la ragione sociale/denominazione sociale; (ii) il codice fiscale/partita iva; (iii) l’anno di riferimento del contributo (“2023”); (iv) la rata (acconto, saldo, rata unica); (v) la causale (contributo ART).

Se il versamento viene effettuato da parte di una capogruppo per più società del gruppo, i versamenti devono essere effettuati separatamente per le singole società sempre secondo quanto sopra indicato. Eventuali ulteriori istruzioni sulle modalità per il versamento del contributo sono disponibili sul sito internet dell’Autorità, alla pagina dedicata.

Cosa accade in caso di mancato o parziale pagamento del contributo 2023?

Il mancato o parziale pagamento del contributo, entro i termini del 28 aprile 2023 per l’acconto relativo a due terzi dell’importo e del 31 ottobre 2023 per il saldo finale, comporta l’avvio della procedura di riscossione anche coattiva a mezzo di Agenzia delle Entrate-Riscossione, e l’applicazione degli interessi di mora, nella misura legale, a partire dalla data di scadenza dei termini per il pagamento. È fatta salva ogni competenza dell’Autorità in merito alle attività di controllo, oltre che di escussione dei versamenti omessi, parziali o tardivi, anche con riferimento all’applicazione dell’interesse legale dovuto.

Qual è la procedura per la richiesta di rimborso?

In caso di versamento di contributi non dovuti o corrisposti in misura superiore a quella dovuta, è possibile presentare all’Autorità, entro il quinto anno successivo a quello in cui il versamento è stato effettuato, un’istanza motivata di rimborso, corredata da idonea documentazione giustificativa.

Chi posso contattare per avere ulteriori informazioni e chiarimenti?

Per informazioni generali o supporto di carattere operativo scrivere a:
info-contributo@autorita-trasporti.it, indirizzo di posta elettronica ordinaria.

Per trasmettere istanze o comunicazioni di carattere formale e/o aventi valore legale che devono essere registrate dal protocollo generale scrivere a:
autofinanziamento@pec.autorita-trasporti.it, indirizzo di posta elettronica certificata.

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